giovedì 30 settembre 2010

Carving a Cosmogramme

Quindi siamo passati all'azione. Dopo una prova per prendere confidenza con la tecnica, eseguita su un disegno originale elaborato da Marko Pogacnik durante un seminario a Londra, ciascuno di noi ha iniziato a scolpire il suo cosmogramma. Prima di dare inizio al lavoro, ci siamo connessi alla pietra che giaceva dinnanzi a noi.

Pietra di Portland, una pietra calcarea di circa centocinquanta milioni di anni fa, un era relativamente recente in termini geologici. Per intenderci, quando presumibilmente quello che sarebbe diventato il continente africano era ancora fuso all'attuale America del Sud, la placca europea non era ben distinguibile e il futuro continente asiatico assomigliava molto a un drago pronto spiccare un balzo.

Una pietra formatasi per stratificazione sui fondali marini in seguito alla precipitazione di carbonato di calcio e del suo accumulo e compattazione insieme al deposito dei resti di sostanza organica derivante da animali e vegetali acquatici in via di decomposizione. Una pietra, dunque, che racchiude al suo interno, una memoria minerale e organica inarrivabile per la nostra mente.

La connessione, a livello intuitivo, ci ha permesso di entrare in risonanza e unirci al mezzo espressivo. Da quel momento si può affermare che non eravamo più da soli a scolpire ma era la pietra a suggerirci come procedere. Io, ad esempio, ho cominciato a scolpire all'esterno dell'area circolare del cosmogramma, con una convinzione e una sicurezza che si sono rivelate sorpendenti quando mi sono reso conto che quello che avevo appena fatto era assolutamente "sbagliato". Grazie a Lizzie, non ho perso né la calma né la concentrazione e qualche minuto dopo è "apparsa" una nuova parte del disegno che voleva manifestarsi cosicché il cerchio centrale galleggia adesso su una bolla a due anse.

Tutti i processi fin qui descritti di esplorazione del territorio, elaborazione di un disegno e scultura del cosmogramma sono nati e si sono sviluppati in seno a un cerchio, in un contesto di gruppo. Un gruppo di umani che si è ritrovato con l'intento di entrare in contatto con un territorio, lasciarsi coinvolgere dalle sue dinamiche e facilitare il fluire delle energie in esso presenti attraverso la creazione di disegni comprensibili a livello intuitivo da parte di tutti i suoi abitanti.

Il ticchettio della mazzetta sullo scalpello e dello scalpello sulla pietra, ripetuto per tante persone quante eravamo all'opera insieme, è stato la musica che ci ha accompagnato mentre eravamo tesminoni del rivelarsi e del prender forma del Cosmogramma nel suo viaggio dal regno dei pensieri e delle emozioni alle tre dimensioni della materia.

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So we set to work. We started getting confident with the new media and learning the basic techniques by carving one cosmogramme
Marko Pogacnik had been drawing during the London Workshop and then each one of us started with their own cosmogrammes. Right before starting we tuned in with the stone that was lying in front of us.

Portland stone, a more or less 150 million years old limestone, so quite a young one in terms of geologic periods. When what would have most likely become Africa was still one thing with Southern America to get the picture, Europe was not yet configured and the Asiatic plate looked very much like a crouching dragon.

This kind of stone formed in a marine environment due to the precipitation of calcium carbonate on the sea floor and its sedimentation along with organic detritus from animals and plants. So this stone is packed with biological memory and a whole lot of organic intelligence we can harly imagine.

Tuning in, at an intuitive level, granted us a sort of connection with our creative media. From that moment on we can say that we were not alone in our carving effort but the stone itself was suggesting to each one of us how to proceed. For instance, I started out by carving exactly outside of the circle of my drawing right where I was not at all supposed to!!! Yet, thanks to Lizzie one of our facilitators, I kept calm and concentrated and a little afterwards a new section of the drawing emerged that meant to be carved on the stone. And now the central circle floats on a squeezed bubble.

All the different experiences we've been going through, from exploring the grounds to designing a drawing and finally carving a cosmogramme, were part of a group process and were conceived and born within a Circle. A group of people who met with the intention of getting in touch with a land, getting involved with its dynamics, trying to understand its needs and facilitate the flow of its energies by means of drawings intuitively understandable by all of its inhabitants.

The light sound of hammer upon chisel and chisel upon rock, echoed for so many times as the people at work, was the music that accompanied us while carving together and soon became a familiar and cosy motive. The perfect soundtrack for the gradually unveiling and coming into form of the Cosmogramme from the realm of thoughts and emotions to three dimensional matter.

Birth of a cosmogramme

Così mi sono dedicato all'esplorazione del laghetto, prendendomi il tempo che sentivo necessario per assaporare le mie sensazioni, giocando a focalizzare l'attenzione ora al posto nel suo insieme, ora ai più piccoli particolari. Stando in piedi o procedendo sdraiato, camminando o sostando, osservando la terra, l'acqua e l'aria e cercando di respirare ciò che accadeva intorno a me. Allora ho fatto qualche memorabile incontro: con un'ortica, coi fiori di menta e con le spighe arcuate delle ultime crocosmie... e con una bellezza acquatica che si erge col suo stelo dal pelo dell'acqua per poi incurvarsi dolcemente nelle foglie. Mi sarei ricordato di questa pianta una volta completato il disegno del cosmogramma. Come questo sia avvenuto, non lo so.

So I went on exploring the pond area, taking my time to be with my sensations and the way I was feeling, having fun alternatively focusing my attention to the whole picture and to single details. Either walking or coming to a halt, whether standing on my feet or lying on the ground, observing what was going on up in the trees and through the grasses, and on the suface of the water. Trying to breath in what was going on all around me. And thus I had some remarkable meetings: with a nettle, with peppermint flowers, with the gracefully arched spikes of a late blooming crocosmia... and some unknown beauty with leafstalks uprising from the waters and gently curving leaves. I would remember about this plant once the drawing of the cosmogramme was completed. How this was accomplished, I do not know.

lunedì 27 settembre 2010

Designing a cosmogramme

Esplorare, disegnare, scolpire, sentire. Creare un Cosmogramma comporta mettere in gioco più parti di noi e prestare un'attenzione speciale all'ambiente che ci circonda.

Exploring, drawing, carving, experiencing. Creating a Cosmogramme is about engaging different parts of ourselves and giving one's full attention to our environment.

Dopo il primo giorno di visita "guidata" e un contatto con il posto, Hoathly Hill si è dischiusa come un fiore e ciascuno di noi si è avventurato in una esplorazione personale dell'area alla ricerca di un luogo speciale per sé, le cui caratteristiche risuonassero particolarmente per lui/lei. A me è accaduto con la zona dello stagno. Istintivamente, sono stato attratto qui dalla selvatichezza del luogo, dalla sua aria un po' appartata e tuttavia per nulla inospitale.

After spending our first day on a "guided" tour of the place and getting in touch with it, Hoathly Hill opened up like a flower for us and we ventured in a personal exploration of the grounds in search for a spot especially meaningful for each one of us. This spot happened to be the pond area for me, I was drawn here instictively by a certain wilderness and a secluded feel about the place though not inhospitable in any way.

A trascorrerci un po' di tempo, ho intuito il disegno originale delle piantumazioni e il modo in cui nel tempo sono state inglobate dalle specie spontanee.

After spending some time there, the original planting design became clear and the way, in time, wild species blended in with the more ornamental ones.

Il quadro finale che ne esce è quel misto di selvatico e ornamentale, di curato e lasciato a se stesso che fa di un giardino quel luogo magico in cui l'umano si incontra con gli elementi per creare qualcosa che prima non c'era... qualcosa che presto scomparirebbe se l'umano uscisse di scena.

The resulting picture is that combination of wild and tame, of ornamental and spontaneous that makes a garden such a magical place where the human factor meets the elements and co-creates with them something that wasn't there before... something that would soon disappear if the human element left the scene.

Aprendomi alle sensazioni che il luogo suscitava in me, hanno cominciato a delinearsi forme e figure nell'intrico di foglie e rami. E un tema. Le energie assurgenti e quelle che si piegano, tutte fluttuanti. Che cos'è la volontà? e come possiamo esercitarla senza diventare prepotenti?

Opening myself up to the impressions this place evoked inside of me, forms and figures began to emerge within the intricacies of branches and leaves. And a theme. The up-surging and the bending energies, all of them flowing. What is will? and how do we exercise our will without becoming domeneering?

To be continued...

mercoledì 22 settembre 2010

Hoathly Hill, una città giardino

Ti dài un tempo e uno spazio. Scegli di aderire a un progetto. Fase uno: imparare a scolpire un Cosmogramma. Senza farlo apposta c'era un giardino lungo il percorso. L'appuntamento è a Hoathly Hill, un villaggio residenziale a sud di Londra, nato da un'esperienza di comune nel 1972. Quarant'anni di storia. Quarant'anni di condivisioni, idealismo, scazzi, e lavoro, parole, nascite, morti. E un giardino.

Il giardino sta al centro. E si insinua fra le abitazioni, sconfina nel grande prato aperto a sud e si confonde col bosco ai margini della proprietà.

Il giardino è l'occasione che questa comunità si è data per dare coesione all'abitato e offrire un'opportunità a tutti di conoscersi più direttamente, lavorando insieme alla sua manutenzione. Già, perché non ci sono giardinieri che vengono qui dall'esterno per provvedere alla cura di questo giardino. Quello che vedo è il frutto della collaborazione di quanti vivono in questo posto, è il loro modo di rinsaldare il legame che li unisce a questa terra.

Il giardino delle erbe aromatiche e delle officinali ha la forma di un pentagono attraversato da due vialetti che si incrociano al centro sotto un gazebo coperto di rose sarmentose. Qui sotto, su una panca, l'ortolano della comunità deposita le frutta e gli ortaggi appena colti dall'orto comune. Ciascuna famiglia e membro della comunità può usufruire anche di un appezzamento personale da coltivare. L'unico vincolo è quello di attenersi a un'agricoltura naturale.

La comunità è nata ispirandosi ai principi della filosofia di Rudolf Steiner e questi sono ancora palpabili nell'aria. Nel villaggio si trovano uno studio di scultura, un asilo e un centro diurno per persone diversamente abili. A cura di quest'ultimo la realizzazione di un giardino, di cui ho potuto assistere alle fasi iniziali, alla memoria di un vasaio recentemente scomparso.

Oltre alla zona degli orti, da cui si gode una vista sull'adiacente villaggio di West Hoathly, il giardino comprende una zona a bosco; il "Quadrato" - una zona a prato circondata da una bordura di rose e due bordure miste di erbacee perenni; un altro giardino dedicato alla memoriadi quanti qui sono morti; la radura dei falò; il giardino dello stagno; e "15 Acri".

E' questa la grande prateria che si affaccia a meridione. Qui, quando hai fortuna, può capitarti di incontrare un cavallo bianco.




You embrace a project. You take some time and travel some place. Step 1: learning how to carve a Cosmogramme. On your way, and believe me without planning on your side, you find a garden. Your meeting point is at Hoathly Hill. This is a residential community, south of London, born as a commune in 1972. Almost forty years old. Forty years of ideals, sharing, fights and work; thoughts, births and deaths. And a garden.

The garden is central. And it runs through the houses, it spills over a huge open field to the South and it merges with the woods at the edge of the property.

This garden is one way this Community chose to link the buildings together and to offer an opportunity to everyone to meet and get to know each other more directly, while working together at its maintenance. In fact, there are no outside gardeners taking care of such a jewel. What you can see here is the result of the people who are living here cooperating to take care of this bit of land and thus strengthen their connection with it.

The herb and officinal plants garden is in the shape of an irregular pentagram crossed by two paths that meet up in the centre underthe shade of a gazebo covered in roses. Fruit and vegetables, as soon as they are picked, are left here on a bench by the community orchard keeper. Each family and member of the community can make use of a personal plot to grow vegetables and flowers in. The only rule is to stick to organic agriculture.


The Community was set up on the insights of Rudolf Steiner and you can still feel it. Private initiatives within the Community include a sculpture studio, a kindergarten and a day centre for people with special needs. A new garden is now being created by this centre to the memory of a recently dead pot maker.



The garden is divided into different rooms, apart from the vegetable plots and herb garden, you can find wooded areas; the "Square" - a huge lawn enclosed between ancient walls and rose and perennials mixed borders; another memorial garden by ancient yew trees; a garden for communal bonfires; the pond area; and "15 Acres".

This is a huge field facing south and if you're lucky enough you're going to meet a white horse here.

lunedì 20 settembre 2010

Summer's end

You spend some time on your terrace, gardening, this afternoon. It's a glorious day after yesterday's rainstorm. The weather's fine and warm and every tiny leaf is shimmering, bathing in the sunshine.

Passi un po' di tempo sul terrazzo, oggi pomeriggio, a sistemare il giardino. E' una giornata stupenda, dopo l'acquazzone di ieri. Il tempo è bello e fa caldo e tutte le foglie brillano, bagnate dalla luce del sole.

You put a bamboo stick in a pot beside your perilla's stem, to help her stand upright after yesterday's storm has flattened it.
You rake loads of berries from the scarlet firethorn bushes you meant to prune.

Metti una cannetta di bambù in un vaso vicino alla perilla, per raddrizzarla dopo il temporale di ieri. Raccogli una caterva di bacche dai cespugli di piracanta che volevi potare.

It's that time of the year, not quite Summer anymore, not yet Autumn - starlings in the sky, blackbirds chasing each other among leaves, late Summer flowers blooming.

E' quel periodo dell'anno, non più estate, ma non ancora autunno - gli storni si radunano in cielo, i merli si inseguono fra le foglie, le fioriture di tarda estate si mettono in mostra.

sabato 4 settembre 2010

Alcuni le chiamano erbacce

Le erbacce che una cinquantina d'anni fa avevamo scartato dal giardino, alla ricerca di una rasserenante uniformità, rientrano dal cancello principale e tornano, esuberanti, a mostrarci la loro bellezza. In questa stagione, a maturità avvenuta di capsule e spighe, si presentano eleganti e dorate, soddisfatte di aver portato a termine il loro compito.

The weeds we had cast outside of our gardens some fifty years ago, looking for some kind of uniform serenity, are showing up again right at the front gate in all their vibrant and non-chalant beauty. At this time of the year, their spikes and capsules ripe, they look golden and elegant, satisfied with their accoplished task.
Non è servito cercare di reprimerle in ogni modo, escluderle dalla nostra vista nel tentativo di dimenticare che il giardino - anche il giardinetto del villino di provincia, con le sue prestese di ordine e urbanità - ha le sue radici nella campagna, negli incolti, in quelle terre di mezzo dove il prato non è più prato e pure non è ancora bosco.

There was no use in trying to get rid of them with all kinds of efforts, casting them out of our sight in order to forget that our gardens - even the very artificial looking ones that go with suburban houses and aspire to be all tidy and urban - have their roots in the countryside, in meadows, and in those uncertain areas where meadows end and woods start.

Sono tornate, trionfanti di bruni e di ori, e ci sorridono con la loro capacità di catturare e restituirci la luce del sole. Sembra che dicano, non preoccupatevi più di noi, lasciateci in un angolo del giardino, indisturbate, e sapremo stupirvi con lo spettacolo dei nostri colori, l'eleganza del nostro portamento, il profumo di un altro tempo e i nostri canti nel vento...

They came back, triumphant with their shades of gold and brown, and smiling back to us with their unique way of catching and reflecting the light of the sun. It seems they're telling us: do not bother about us anymore, leave us alone in a corner of the garden and we will not fail to delight you with the show of our colours, the elegance of our stance, our fragrance from a distant past and our songs in the wind...
Queste immagini sono state scattate in piena città a Londra, nel giardino pubblico di Bonnington Sq. Garden. Si tratta di un altro giardino di quartiere nato per volontà degli abitanti della zona all'inizio degli anni '90, e a tutt'oggi curato e animato dall'impegno di alcuni di loro riunitisi in una Associazione.

These pictures were taken in the town of London, in the public garden of Bonnington Sq. This is another example of co-gardening and the story of a garden that was born because of local people wanting it and now attending to it.

La via dei fiori


The borders are mixed, not herbaceous. I see no point in segregating plants of different habit or habits. They can all help one another. So you'll see shrubs, climbers, hardy and tender perennials, annuals and biennials, all growing together and contributing to the overall tapestry.

It is my belief that no gaps, showing bare earth, should be visible form late May on, apart from the most recent replacement plantings. The effect should be of a closely woven tapestry. I do not at all mind bringing some tall plants to the border's front, so long as an open texture allows the eye to see past them. Conversely, channels of low growth can be allowed, at times, to run to the back of the border.

For all the work that goes into it, I want the border to look exuberant and uncontrived. Self-sowers, like verbascums and Verbena bonariensis, help towards this. (Christopher Lloyd)

Le bordure sono miste, non soltanto erbacee. Non vedo alcuna ragione nel segregare piante di diversi ordini o portamento. Insieme possono aiutarsi le une con le altre. Quindi vedrete arbusti, rampicanti, perenni rustiche e sensibili, annuali e biennali, crescere tutte quante insieme e contribuire all'effetto generale.

Ho la ferma convinzione che, da maggio in poi, non dovrebbero esserci "buchi" che lascino vedere la terra scoperta, a parte le piante appena messe a dimoraper sostituirne altre. L'effetto dovrebbe essere quello di un arazzo fittamente intessuto. Non mi preoccupa assolutamente p
ortare alcune piante alte nella parte frontale della bordura, fintanto che il loro portamento aperto consenta allo sguardo di pasarci attraverso. Allo stesso modo, in alcuni casi, è possibile lasciar penetrare dei tunnel di crescita bassa fino al fondo della bordura.

Con tutta la fatica che mi costa, ci tengo che la bordura si presenti spumeggiante e libera. Alcune piante che si autodisseminano, come il tasso barbasso e la
Verbena bonariensis contribuiscono a questo effetto.

(Crhistopher Lloyd)

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Da queste affermazioni ricaviamo alcuni suggerimenti che sono estremamente utili. Uno, è possibile sperimentare in giardino, come nella vita, soluzioni alternative a quelle più ovvie, dettate dalle Accademie o dalle consuetudini, e stare a vedere che cosa succede. Per fare questo è necessario assumersi la responsabilità di quello che stiamo facendo, avere un minimo di visione di come potranno andare le cose e amare il rischio.

Due, le piante in generale amano stare in compagnia e stanno meglio, anche in giardino, crescendo le une accanto alle altre in gruppi di specie affini per esigenze ambientali e disposte in modo da proteggersi a vicenda e creare microambienti favorevoli per la crescita di ciascuna.

Tre, le erbe che si autodisseminano, siano esse specie spontanee o varietà ornamentali, possono esserci d'aiuto nel tenere coperto il terreno - la cui superficie, come avviene in condizioni normali in natura, non dovrebbe mai
essere nuda ed esposta ai raggi solari e altri agenti agtmosferici, piogge, venti, che ne causano l'erosione e il dilavamento delle sostanze nutrienti - nel darci informazioni preziose su cosa come e quando cresce meglio nel nostro giardino e nell'offrire protezione e nutrimento alla microfauna selvatica, contribuendo così all'equilibrio generale. Inoltre, come suggerisce Mr Christopher Lloyd, possono offrirci insaspettati effetti ornamentali.
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